“Oltre alla struttura progettuale e alla previsione del risultato finale, a Botto interessano le potenzialità plastiche dell’immagine quando si cerca di restituire l’esplosione come scultura effimera nella trasformazione dello spazio. Il medium fotografico è coinvolto non solo come dispositivo atto a cogliere e a prolungare la dimensione scultorea di un’esplosione – al di là della cattura di un istante che altrimenti sfuggirebbe alla percezione in un tempo più dilatato nella durata – ma anche per decostruire la celebrazione visiva del sublime romantico presente nel paesaggio, attraverso i passaggi di senso tra mondo tridimensionale e bidimensionalità.”